Dopo aver iniziato l’iter nel mese di giugno, finalmente oggi 30 novembre 2023, Recrowd ha ricevuto l’autorizzazione dalle Autorità di Vigilanza ad operare, come definito dal Regolamento UE n. 2020/1503, in materia di crowdfunding.
In questo articolo riprendiamo brevemente i punti del Regolamento ECSP e vediamo quali sono le scelte che ha delineato Recrowd.
Le tappe del Regolamento ECSP
- 2018: nasce l’esigenza di regolamentare a livello europeo la disciplina del crowdfunding. Gli Stati membri dell’UE, infatti, dopo aver capito il potenziale di questa nuova forma di investimento, hanno iniziato autonomamente a dettare delle leggi nazionali per definire la materia.
- 2020: il Parlamento UE approva il Regolamento ECSP, la cui entrata in vigore è stata prevista per il 10 novembre 2022. Lo scopo è di favorire lo sviluppo del crowdfunding, incoraggiando l’investimento e rafforzando la fiducia degli investitori.
- 2022: proroga del Regolamento al 10 novembre 2023 per consentire a ogni Stato Membro di poter nominare l’organo di vigilanza. Il suo compito è quello di controllo dell’operato delle piattaforme di crowdfunding.
- 2023: l’Italia nomina i due organi di vigilanza, portando a una divisione dei compiti regolatori. Consob, organo che si occupa della trasparenza e della correttezza dei soggetti che operano sui mercati; Banca d’Italia, che ha il compito di autorizzare i fornitori dei servizi di crowdfunding.
- Novembre 2023: Recrowd, prima piattaforma italiana di lending crowdfunding in Italia, riceve l’autorizzazione per poter operare in tutta Europa.
Per conoscere nel dettaglio il Regolamento ECSP clicca qui.
Il Regolamento europeo sul crowdfunding in breve
Come accennato nei precedenti articoli, il Regolamento definisce le linee guida europee per tutte le piattaforme che operano nel settore del crowdfunding.
Il punto cardine del Regolamento è l’autorizzazione a operare. Dal 10 novembre 2023 tutte le piattaforme digitali di crowdfunding europee, per poter presentare agli utenti opportunità di investimento, devono essere l’autorizzate dall’organo designato alla vigilanza, nominato dal proprio Paese di appartenenza.
Una volta ricevuta l’autorizzazione, le piattaforme ricevono un passaporto europeo che permetterà loro di operare in tutti gli Stati UE.
Il Regolamento impone l’obbligo alle piattaforme di classificare gli investitori come “sofisticati” e “non sofisticati”, in base alle loro conoscenze in tema di investimenti e finanza in generale.
Infine, le aziende che vogliono utilizzare il crowdfunding come metodo di raccolta denaro, possono ricevere un massimo pari a 5 milioni di euro all’anno.
Ma quali sono le scelte che ha adottato Recrowd?
Recrowd, piattaforma italiana di crowdfunding, riceve l’autorizzazione
Come accennato nel paragrafo precedente, Recrowd ha ricevuto l’autorizzazione a operare come portale europeo di crowdfunding.
Ma vediamo ora quali scelte ha adottato la piattaforma.
Cos’è un investitore sofisticato
Il Regolamento ECSP invita le piattaforme di crowdfunding a classificare gli investitori come sofisticati e non sofisticati.
Per comodità riportiamo i requisiti per investitori sofisticati di seguito.
Le persone fisiche devono godere di almeno di due criteri dei tre:
- Possedere un reddito lordo personale di almeno €60.000 per anno di imposta. In alternativa un portafoglio di strumenti finanziari, inclusi i depositi in contanti e le attività finanziarie, di un valore superiore a €100.000;
- Lavorare o aver lavorato nel settore finanziario per almeno un anno in una posizione professionale che richiede la conoscenza delle operazioni o dei servizi previsti. Altrimenti deve aver ricoperto una posizione esecutiva per almeno 12 mesi all’interno di soggetti giuridici che possiedono i requisiti descritti per le persone giuridiche (vedi punto 2);
- La persona deve aver effettuato operazioni di dimensioni significative sui mercati dei capitali con una frequenza media di 10 operazioni al trimestre nei quattro trimestri precedenti.
Le persone giuridiche, devono godere almeno uno dei tre criteri:
- Fondi propri pari almeno a €100.000;
- Fatturato netto pari almeno a €2milioni;
- Stato patrimoniale pari almeno a €1milione.
Se l’investitore si classifica come sofisticato, deve comprovare il suo status allegando un documento, come indicato nei punti sopra.
Cos’è un investitore non sofisticato
Se invece l’investitore si classifica come non sofisticato, le piattaforme devono presentare un test d’ingresso di verifica delle conoscenze. Terminato il test verrà assegnato un profilo (alto – medio e basso).
Un investitore non sofisticato con profilo basso ha dimostrato, con il risultato del test, poche conoscenze nel settore investimenti. Partendo da questo presupposto il legislatore europeo ha previsto dei limiti per tutelare i suoi risparmi. Ecco perché nel Regolamento è sancito che se il soggetto voglia effettuare un investimento in crowdfunding, per un ammontare superiore all’importo più elevato tra € 1.000 o il 5% del patrimonio netto, la piattaforma è tenuta a presentare un’avvertenza sui rischi. L’investitore deve fornire il consenso espresso di investire, assumendosi quindi le responsabilità dell’investimento.
La posizione di Recrowd per gli investitori non sofisticati con profilo basso è ben diversa. La piattaforma di lending crowdfunding immobiliare limita l’investitore con risultato basso, concedendo l’investimento solo sotto i €1.000 o il 5% del patrimonio netto.
Il diritto di ripensamento su Recrowd
L’altra scelta di Recrowd incide sul diritto di ripensamento, concesso dal Regolamento solo agli investitori non sofisticati.
Nel Regolamento viene menzionato un periodo di ripensamento all’investimento – ovvero recesso – pari a 4 giorni di calendario. Questo vale solo per gli investitori non sofisticati, dal momento in cui si è effettuato l’investimento.
La scelta di Recrowd è quella ampliare a tutti gli investitori la possibilità di ripensare all’investimento. Diamo a tutti la possibilità di recedere, democratizzando il diritto di recesso a tutti gli investitori, sofisticati e non.
Possiamo concludere affermando che lo scopo del Regolamento è tutelare il più possibile gli investitori. Da un lato pone maggiore controllo sulle piattaforme di crowdfunding, sul loro operato e sulla selezione dei progetti. Dall’altro potenzia questa nuova forma di investimento che ormai ha preso il sopravvento anche sulle tradizionali forme conosciute.
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