Le novità del Regolamento UE sul crowdfunding – ECSP

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Il grande giorno è ormai alle porte.

Scopriamo quali sono le novità del ECSP in materia di crowdfunding che dovranno attuare le piattaforme specializzate entro il 10 novembre 2023.

Lo scenario europeo

Prima di raccontare le novità stabilite dal Regolamento ECSP sul crowdfunding, ripercorriamo brevemente tutti gli step.

Tutto è nato quando le istituzioni, nazionali ed europee, si sono rese conto della potenza di questo nuovo ed innovativo metodo di investimento, il crowdfunding, che ha suscitato un forte interesse in tutti i risparmiatori, sofisticati e non sofisticati.

Dovendo essere una disciplina regolamentata, ogni Stato Membro ha iniziato autonomamente a definire le linee guida sulla materia, portando quindi ad una disomogeneità tra i vari membri dell’UE.

Per questo si è sentita l’esigenza di provvedere ad unificare a livello europeo l’investimento con il crowdfunding, cercando di tutelare in primis il risparmiatore che investe i suoi risparmi nelle operazioni di investimento che ogni piattaforma presentava.

Nel 2020 è stato emanato quindi il Regolamento Europeo, ovvero il Regulation on European Crowdfunding Service Providers for Business – ECSP, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del crowdfunding, nonché fortificando la fiducia degli investitori incoraggiando l’investimento.

Obiettivo del Regolamento ECSP, quindi, è regolare i due modelli di crowdfunding principalmente utilizzati, parliamo di lending ed equity, con l’esclusione dei prestiti peer-to-peer ai privati.
Per entrare nel dettaglio del Regolamento, leggi il nostro articolo su “Il Regolamento Europeo sul crowdfunding – 2020“.

In breve, il Regolamento stabilisce che:

  • ogni portale di crowdfunding deve effettuare la domanda di autorizzazione ad esercitare alle autorità competenti dello Stato di cui fanno parte.
  • Dopo aver ricevuto l’autorizzazione verrà concesso alle piattaforme un passaporto europeo che permetterà loro di operare in tutti gli Stati UE.
  • Durante il corso di un anno le imprese che vorranno utilizzare il crowdfunding avranno un massimo di raccolta pari a 5 milioni di euro.
  • Differenziazione degli investitori “sofisticati” e “non sofisticati” per definire dei livelli di salvaguardia in base alla categoria di appartenenza.
  • Divieto per i gestori dei portali ad aderire ai progetti presentati, per evitare di privilegiare i loro interessi.

Come si può facilmente notare, la concessione dell’autorizzazione è la condicio sine qua non per poter operare.

Ma vediamo ora lo scenario attuale, con focus sull’Italia, e le novità che dovranno essere apportate.

Lo scenario italiano e le novità del Regolamento ECSP sul crowdfunding

La timeline definita per “mettere in regola” le piattaforme di crowdfunding è il 10 novembre 2023.

L’Italia arriva con un anno di ritardo sul recepimento del Regolamento UE.
Infatti solo nel corso del 2023 si sono designate le autorità competenti volte alla concessione dell’autorizzazione alle piattaforme di crowdfunding e alla relativa vigilanza sull’operato. L’Italia ha nominato due organi di vigilanza, portando ad una divisione di compiti regolatori. Nello specifico gli organi italiani incaricati sono:

  • Consob, organo che si occupa della trasparenza e della correttezza dei soggetti che operano sui mercati; 
  • Banca d’Italia, che ha il compito di autorizzare i fornitori dei servizi di crowdfunding.

Ma vediamo ora le novità che impone il Regolamento Europeo sul crowdfunding alle piattaforme digitali:

  • devono assicurare l’adeguatezza patrimoniale, il contenimento del rischio e di partecipazioni, fornendo l’informativa necessaria all’investimento;
  • devono rispettare i requisiti di organizzazione e di continuità della propria attività;
  • corretta gestione dell’organizzazione amministrativa e contabile, dei sistemi di remunerazione e incentivazione assieme alla gestione dei rischi, e il corretto approvvigionamento esterno;
  • devono essere coerenti ai requisiti dei partecipanti al capitale del fornitore di servizi di crowdfunding che detengono almeno il 20% del capitale o dei diritti di voto,
  • gli operatori delle piattaforme devono effettuare le giuste verifiche nei confronti dei titolari di progetti.


Come precedentemente affermato, i portali per poter continuare la loro attività di raccolta fondi per il finanziamento di attività e progetti di impresa, devono godere della licenza, come previsto dal Regolamento Europeo.

Le piattaforme che non rispettano le disposizioni definite dal Regolamento UE saranno soggette ad una sanzione amministrativa, da 500 a 500mila euro per aziende con fatturato fino a 500mila euro; mentre per le aziende con un fatturato più alto la soglia dell’ammenda sarà calcolata fino al 5% dello stesso.

Attualmente nella Comunità Europea circa 12 Paesi hanno già autorizzato una cinquantina di portali per poter operare.

I portali che operavano in Italia erano circa 85, compresi tra equity e lending crowdfunding. Attualmente sono circa 48 le piattaforme operative. Come riportato da alcuni organi di stampa, pare che circa 25 di queste società abbiano presentato la domanda per l’autorizzazione ad operare. Vista la solidità aziendale, la struttura organizzativa e i costi che questo processo autorizzativo richiedono.

Le attività degli ultimi giorni e la posizione di Recrowd

Ad oggi, le uniche piattaforme autorizzate in Italia sono state 3 operanti nel comparto equity crowdfunding che godeva già in partenza di un inquadramento normativo più strutturato.
Molto probabilmente, essendo ormai a ridosso del 10 novembre, il processo di autorizzazione subirà un’accelerazione delle autorizzazioni concesse.

Anche Recrowd ha avviato l’iter di autorizzazione. Come piattaforma di riferimento assoluto nel settore Recrowd aveva già anticipato questo cambiamento. Da anni ormai la piattaforma sta cercando di porre degli standard di trasparenza e tutela degli investitori più elevati rispetto al quadro normativo obsoleto. Recrowd attende il completamento di questo iter per comunicare cosa cambierà e come il nostro nuovo portale sarà funzionale al rispetto delle prescrizioni normative.

Nel video di seguito le parole di Gianluca De Simone, ceo e co-founder di Recrowd, nel quale racconta la posizione della società in attesa di ricevere l’autorizzazione.

Il 30 novembre Recrowd ha ricevuto l’autorizzazione europea da Banca d’Italia e Consob per ad operare come portale di crowdfunding.
Clicca qui per leggere l’articolo.

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